La guerra di Google, Facebook e Wikipedia alle notizie false

La guerra alle fake news è ufficialmente partita e a portarla avanti sono alcune delle maggiori piattaforme del pianeta, comprese Wikipedia e Facebook.
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Gli interventi di Google

Google intende fare piazza pulita una volta per tutte delle tonnellate di materiale scadente proveniente da fonti imprecisate e dotate di scarsa credibilità. Il gigante di Mountain View ha annunciato persino il lancio di un nuovo algoritmo che catalogherà milioni di siti e contenuti assegnando loro un voto.

Verranno approvate soltanto le testate che riusciranno a mantenere livelli tali da poter essere considerate autorevoli. La qualità diverrà fondamentale, tanto da far scattare il declassamento immediato o addirittura il ban per tutti i portali che non rispetteranno le linee guida annunciate. Inoltre, afferma Google, saranno persone in carne ed ossa a controllare ogni singolo contenuto e non più i bot.

E quali saranno, invece, le mosse di Facebook e Wikipedia?

La posizione assunta dal re dei social network

Quando si parla di social media, il pensiero cade inevitabilmente su Facebook, il canale più grande e capillare del mondo, in grado di vantare un totale di 1,23 miliardi di utenti iscritti in tutto il pianeta. Sebbene soltanto pochi mesi fa il suo fondatore, Mark Zuckerberg, etichettava la realtà delle fake news come un problema di importanza relativa, oggi sulla scia di quanto detto da Google, anch’egli afferma di voler fare di tutto per contrastare questo fenomeno.

Se Google ha intenzione di mostrare i muscoli e sradicare il fenomeno alla radice, gli obiettivi di Facebook sembrano finalmente in linea con quanto comunicato dal più grande motore di ricerca al mondo. In una recente intervista Zuckerberg avrebbe affermato di essere al lavoro per trovare le contromisure a questo fenomeno, ma che la strada potrebbe rivelarsi ancora molto lunga.

La posizione dell’amministratore delegato di Facebook sarebbe mutata soprattutto dopo la recente accusa di aver influenzato le elezioni Usa dello scorso novembre, lasciando via libera alla condivisione di contenuti falsi. All’epoca dei fatti Zuckerberg respinse con forza tali accuse affermando la scarsa presa delle fake news sui lettori.

Wikipedia sostiene il giornalismo libero

Se l’enciclopedia online più ampia al mondo può ritenersi parzialmente libera dal flusso di fake news che sta investendo il web, Wikitribune, il network di proprietà di Wikipedia, mette in campo un’idea che potrebbe avere successo nel contrastare il fenomeno crescente della disinformazione online.

L’idea è molto semplice. Wikitribune ospiterà soltanto articoli provenienti da fonti verificate che possono essere a loro volta corretti, commentati e approvati da una comunità che si impegna nel garantire la veridicità di ogni singola notizia. Wikitribune, inoltre, è un canale totalmente libero dai contenuti pubblicitari, estraneo alle logiche del click e del paywall, pertanto nessuno avrà interessi economici nel condividere articoli fasulli sulla piattaforma.

Wikitribune dovrebbe ripercorrere i passi di WikiNews, che non ebbe molto successo a causa della scarsità e del numero limitato di controlli.

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